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Genitorialità e crescita

Pensare alla nascita spesso ci riconduce al pensiero che c'è un piccolo da accogliere ed accudire. Soprattutto nei primi mesi è fondamentale il ruolo materno che si "pre-occupa", nel senso che si sintonizza con il bambino per comprendere i suoi bisogni e soddisfarli.

La crescita del piccolo è influenzata da come la coppia riesce a condividere l'esperienza della genitorialità e da come i due integrano le dimensioni di coniugalità/genitorialità.

Aprire un nuovo spazio per il piccolo significa modificare, rivedere lo spazio di coppia, ma non annullarlo.

La crescita, non solo del bambino, ma di tutta la famiglia, è caratterizzata da momenti di crisi, che è giusto che ci siano, ma che devono essere intesi come presupposti fondamentali per la riflessione e il cambiamento/miglioramento.

I piccoli devono percepire fiducia nelle loro capacità: ciò permette da un lato di sviluppare il senso di appartenenza alla famiglia, di sapere che c'è un posto sicuro, dall'altro stimola l'autonomia e la differenziazione del bambino come singolo individuo, con il suo temperamento e carattere unico e singolare. Mentre inizialmente è fondamentale il contatto sia fisico che visivo con il bambino, man mano bisogna permettere al bambino di esplorare il mondo circostante. Bisogna cercare un giusto equilibro tra distanza e vicinanza.

Questo processo di fiducia non è unidirezionale: se il genitore vive con la paura e con la difficoltà di vivere il figlio come capace di essere autonomo e responsabile, non riuscirà a trasmettere quel senso di fiducia, fondamentale per una crescita funzionale del bambino.

I bambini sono bravissimi a percepire lo stato d'animo del genitore, ed è per questo che i genitori devono essere attenti non solo a cosa fanno, ma soprattutto a come lo fanno.

Foto di Anne Geddes


 
 
 

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